Metal Pour

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Metal Pour

Metal Pour

Il miglior amico del Barman

 

Tanto, tanto, tanto tempo fa, quando si voleva preparare un cocktail per gli amici, era sufficiente aggiungere un po’ di alcol ad un succo di frutta, o ad una Coca-Cola, e il gioco era fatto!

Anche quando andavi al pub, o in discoteca, la storia non cambiava più di tanto, se non nel nome della brodaglia di turno che andava da “Invisibile” ad “Angelo Azzurro”, per non citare il celeberrimo “Orca Assassina”, tra i drink più temuti dai giovani della mia generazione.

Ogni barman o presunto tale versava ad occhio e a proprio gusto i vari ingredienti, di cui l’unico giudice era il cliente finale: se alla maggior parte delle persone il cocktail piaceva, allora voleva dire che era fatto bene!

Semplice, no?

Da allora di “alcol” sotto i ponti ne è passato parecchio e, per fortuna dei nostri fegati, anche la miscelazione ha fatto molti passi in avanti.

I primi a sentire l’esigenza di dare degli standard alla preparazione pratica dei cocktail sono stati gli americani.

I ricettari e le ricette cocktail ufficiali esistevano già da decenni, ma evidentemente il modo in cui queste venivano trasformate in bevande vere e proprie aveva bisogno di qualche aggiustamento.

Così, agli inizi degli anni ’80, nasce quello che sarebbe passato alla storia come sistema di lavoro “American Bar” che fa della velocità, e per l’appunto degli standard di lavoro al bar, il suo mantra.

Al centro di questo sistema si colloca il Metal Pour, un vero e proprio dosatore per alcolici.

Ma come funziona esattamente il Metal Pour? Continua a leggere