Come superare la Timidezza e Diventare Barman
Per tutta la vita sono stato una persona piuttosto timida e riservata.
Allevato come figlio unico sono cresciuto tra la scuola a tempo pieno e la piscina dove facevo nuoto agonistico.
Non avevo moltissimi amici con cui lasciarmi andare, così sono arrivato alla soglia dei 20 anni con il marchio indelebile di “quello che parla poco.”
In molte situazioni, in realtà, di cose da dire ne avevo tantissime, ma non mi sembrava mai il momento giusto per farlo.
Dentro di me covavo il desiderio di far star bene le persone in mia presenza: volevo che apprezzassero la mia compagnia e che ridessero alle mie battute, ma ormai ero entrato in un circolo vizioso che mi aveva convinto di una timidezza di cui mi sembrava impossibile liberarmi.
Poi, un’estate, la mia vita è cambiata completamente quando mi sono ritrovato di fronte alla possibilità di andare a lavorare come barman.
Ho realizzato subito che quella poteva essere l’occasione perfetta per capire come superare la timidezza che mi aveva accompagnato per tutta l’esistenza, così non me la sono lasciata scappare.
Se hai letto già altri miei articoli di questo blog sai quanto l’inizio di questa avventura è stato duro per me, ma poco a poco ho comincito a scrollarmi di dosso “il vecchio me” e a tirarne fuori un diverso, più sicuro di sé: in poche parole, MIGLIORE.
Dopo qualche settimana ero passato dall’essere l’ultimo neo-barman sbarbatello approdato a Londra, a responsabile del servizio cocktail di uno dei 3 piani del maestoso locale della City in cui avevo iniziato a lavorare.
Giorni prima ero lì che facevo pratica dalla mattina alla sera per non rischiare figuracce durante i primi turni dietro al bancone, per poi diventare io stesso ad insegnare agli altri ogni singolo drink del menu.
Non che fossi diventato improvvisamente il Messia della Mixology moderna, ma in pochissimo tempo avevo acquisito la sicurezza giusta per stare dietro al bar e trasmettere ai nuovi arrivati le cose che avevo appreso.
Nella mia carriera ho conosciuto tantissimi ragazzi e ragazze estremamente timidi come me che, in poco tempo, si sono trasformati in “animali da bancone” – come si dice in gergo – ovvero dei bartender che stavano alla loro postazione con una confidenza tale da attirare a sé ogni cliente.
Immagino che l’idea di essere circondato da persone che ti fissano e si aspettano che tu gli prepari dei cocktail impeccabili possa metterti un po’ di ansia, in questo momento, ma se vuoi davvero diventare barman (o barlady) sotto sotto è perché una parte di te sogna di poter stare al centro dell’attenzione.
Non ti preoccupare, non lo dirò a nessuno! Il tuo segreto con me è al sicuro.
Se ci pensi bene non c’è nulla di male nel volersi sentire a proprio agio in mezzo agli altri.
Viviamo in una società che ci costringe ad affrontare centinaia di situazioni e soggetti diversi, spesso per la prima volta e, a parte pochi fortunati la maggior parte di noi in certi momenti vorrebbe solamente rinchiudersi in casa propria e non avere contatti con anima viva.
Come superare la timidezza?
Beh, lavorare al bar per me e tanti altri è stata una soluzione estremamente efficace.
Essere costretti per lavoro a parlare con le persone, ad esplorare i loro gusti e trovare il modo giusto per soddisfarle ti mette su un piano comunicativo di eccellenza.
In più, all’interno dei locali il bartender è quello che fa girare la giostra perché in quel contesto sei TU ad avere il potere: non devi andare dalle persone a chiedere, ma sono sempre gli altri che vengono da te implorandoti di preparargli il cocktail perfetto che gli cambierà in meglio la serata.
Se gli ex-timidi che ho conosciuto all’inizio del loro percorso professionale per diventare barman sembravano aver quasi paura di toccare le bottiglie, dopo pochi mesi li potevi vedere spalmati sul bancone a fare gli occhioni e dispensare sorrisi ai clienti del sesso opposto – o quelli di loro gusto -, vendendo molti più cocktail dei colleghi più esperti..!
Come hanno fatto?
Semplice, hanno acquisito confidenza in ciò che facevano – mi riferisco dal punto di vista lavorativo, non di esuberanza sociale – dopo un percorso formativo completo, un periodo di allenamento e degli stage, arrivando a sentirsi completamente a proprio agio in quello che è diventato il loro nuovo habitat naturale.
Quando ti senti in grado di fare qualcosa e ne padroneggi completamente la tecnica, a quel punto puoi lasciarti andare e inizi a divertirti sul serio.
Non devi più concedere il 100% della tua concentrazione ai cocktail che devi preparare, ma puoi dedicarti allo stesso tempo alle persone che ti stanno davanti e alle loro esigenze.
Entrare in contatto con così tante persone predisposte al divertimento ti influenza inevitabilmente trasformandoti in una di loro.
Se prima non ti eri mai divertito in mezzo alla folla di un locale strapieno, preparati perché potresti diventare il tizio che cammina sul bancone per chiamare tutti a sé e gridare:
Il Bar è aperto!
Cit. Brian Flanagan interpretato da Tom Cruise nel film “Cocktail”
Oggi sono un imprenditore con diverse aziende soprattutto nel settore del Food & Beverage e, per quanto mi piaccia ciò che faccio quotidianamente, non posso nascondere quanto mi manchi lavorare come barman.
Questa professione non solo mi ha dato un percorso da seguire, ma mi ha letteralmente salvato insegnandomi come superare la timidezza che ha contraddistinto i primi 20 anni della mia vita.
Fare il barman mi ha trasformato nella persona che sognavo di diventare e non sarò mai abbastanza grato a me stesso per aver scelto quella carriera quando avevo 20 anni.
Crescere e aiutare gli altri a crescere, sempre.
Ilias Contreas
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