Come Diventare Barman
2 Strade Possibili
Sono stato barman, bar manager, consulente, ho avuto locali miei e un’Accademia che ha formato migliaia di bartender, eppure in tanti anni di lavoro nel settore del Food & Beverage le domande più scontate e difficili a cui mi sono trovato a rispondere sono:
“Come diventare barman? Quanto tempo serve per diventare un bravo barman?”
Una volta ho sentito dire che secondo qualche guru tibetano servono 10 anni per imparare qualcosa in maniera perfetta, ma al di là del tempo necessario a raggiungere il massimo livello in una disciplina, il “come” avvicinarsi alla vetta è senza dubbio un problema molto più sentito.
Gli stessi guru tibetani alla domanda su come diventare barman ti risponderebbero: “Ama ciò che fai come la prima persona che ti ha fatto battere il cuore e la soluzione verrà da sé.”
Personalmente non mi considero un romantico e alle belle parole preferisco delle azioni concrete.
Partiamo da un presupposto: a mio avviso barman non si diventa, ma si è nell’indole e tutte le persone curiose, vogliose di affermarsi, di realizzare qualcosa di speciale nella vita e di ricevere un riconoscimento per il lavoro svolto hanno già le carte in regola per intraprendere questa professione.
Detto questo, per diventare barman ci sono 2 strade possibili e ognuna di queste richiederà dei tempi molto diversi per riuscire a ottenere dei risultati professionalmente interessanti per te:
- Imparare sul posto di lavoro attaccandosi letteralmente come una cozza al miglior professionista a disposizione e rubando con gli occhi ogni suo movimento dietro al bancone;
- Studiare e formarsi professionalmente per poi mettere in pratica quanto appreso in un contesto lavorativo adeguato.
Ho avuto la fortuna di provare entrambe le strade nella mia carriera come barman, la prima per necessità e la seconda per razionalità.
Analizziamo PRO e CONTRO dell’opzione numero 1, ovvero
“Imparare sul posto di lavoro”
Vediamo ora i PRO e i CONTRO dell’opzione numero 2, ovvero
“Studiare e formarsi professionalmente“
Quindi? Qual è la scelta migliore tra le due?
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Se invece non sei ancora sicuro (o sicura) della risposta su quale sia il modo migliore per diventare barman, allora lascia che ti racconti una breve storia…
La Prima Volta come Bartender a Londra
Come Diventare Barman
La prima volta in cui ho lavorato come bartender ero giovanissimo e senza nessuna esperienza professionale.
Qual è la differenza tra barman e bartender?
Ok, dopo questa piccola parentesi lessicale possiamo riprendere la storia che ti stavo raccontando! 🙂
Con un vero colpo di fortuna (e grazie ad un curriculum rigorosamente falso di cui ti parlerò in uno dei prossimi capitoli) sono stato preso in prova in un locale in cui ogni bartender, in media, doveva servire tra le 300 e le 400 consumazioni a turno… Una cosa piuttosto seria a cui non ero neanche lontanamente pronto.
Prima di quel fatidico esordio al bancone bar ho avuto 3 giorni di tempo in cui ho sfruttato ogni minuto a disposizione per studiare il menu del locale e imparare ad imitare alla meno peggio i movimenti che vedevo fare ai miei futuri colleghi con shaker, bottiglie e strumenti vari – di cui non conoscevo nemmeno il nome, tanto per la cronaca.
Ero una specie di incrocio tra un pappagallo e una scimmia che stava andando (volontariamente) incontro al proprio sacrificio, o almeno è così che ho iniziato a sentirmi man mano che mi avvicinavo al momento in cui avrei dovuto varcare la soglia del bar che divide tra quelli che bevono e quelli che fanno da bere.
Da una parte ero eccitatissimo all’idea di “diventare ufficialmente un barman”, ma dall’altra non augurerei a nessuno lo stress che ho vissuto sulla mia pelle in quei giorni.
Ce l’ho messa tutta per risultare credibile rispetto agli altri barman del locale, ma mi terrorizzava l’idea di servire a dei clienti in carne ed ossa centinaia di cocktail che avevo appena iniziato a studiare..!
A te potrà sembrare anche un’esagerazione, ma negli anni a venire avrei scoperto che il 90% di chi fa questo mestiere se la fa sotto prima della sua serata d’iniziazione, ma a differenza della maggior parte dei miei colleghi io avevo un’aggravante non indifferente: non sapevo fare praticamente nulla!
Prima di quella settimana non avevo NESSUNA competenza per mettermi a miscelare drink in un locale vero, figuriamoci in un cocktail bar iper frequentato del centro di Londra!!
Se te lo stessi chiedendo, la risposta è sì. Ero mezzo matto e nessuno mi aveva costretto in quella situazione al di fuori di me stesso, tuttavia avevo due buone ragioni per fare quello che stavo facendo.
- La prima era la fame, perché mi trovavo in un paese straniero senza più un euro in tasca, e se non mi fossi tenuto quel lavoro non avrei avuto altra scelta che tornarmene a casa in Italia.
- L’altra ragione, probabilmente non meno importante, è che desideravo realizzare il mio sogno nel cassetto, quello di diventare barman.
E se volevo diventare barman di professione, ambire a fare carriera e magari un giorno aprire un mio locale, era chiaro che dovevo fare di più. Molto di più.
Non è stato facile, ma in qualche maniera sono sopravvissuto a quella fatidica prima serata e a quelle che sono seguite, ma che fatica che ho fatto! Ogni volta che andavo al lavoro sentivo che avrei potuto fare qualche cavolata che mi sarebbe costata il posto e l’unico modo che avevo per evitarlo era guardare gli altri colleghi per cercare di assorbire il più possibile i loro “trucchi”, motivo per cui restavo quasi sempre a fissarli anche dopo la fine del mio turno; e poi, dovevo imparare velocemente dai miei stessi errori.
La differenza con i barman più esperti di me era palese, e ti dirò la verità: non mi andava giù l’idea di essere sempre la schiappa della situazione.
Per quanto potessi impegnarmi ed essere scaltro, mi era chiaro che la mia crescita in quel modo sarebbe stata troppo lenta e questo avrebbe compromesso le mie opportunità di carriera, così dopo qualche mese ho deciso di investire sulla mia formazione e mi sono iscritto ad un corso per barman.
E indovina un po’?
In pochi giorni, grazie a quel corso, ho assorbito una quantità enorme di conoscenze che avrei impiegato una vita ad imparare per prova ed errore o semplicemente guardando gli altri.
È stata un’esperienza di crescita incredibile!
La prima volta che mi sono ritrovato di nuovo al bancone dopo il corso da barman non riuscivo a credere a quanto fossi migliorato in così poche settimane, e da quel momento in poi le opportunità di lavoro sembrava che piovessero dal cielo!
Sia i colleghi che i gestori dei locali in cui andavo a fare serata mi riempivano di complimenti, raccomandandomi ad altri locali e organizzatori di eventi. Da un momento all’altro mi sono ritrovato a non dover più portare il curriculum in giro per farmi assumere, ma a scegliere quando e con chi lavorare tra tutti quelli che mi volevano al loro bar.
Finalmente non mi sentivo più emarginato dal mercato del lavoro: ero riuscito ad entrare nel “giro”.
Quanto dura il corso per barman?
Ai tempi ho frequentato un corso di alcune settimane per diventare bartender e i risultati sono stati straordinari considerando che partivo quasi da zero.
Tuttavia, per far crescere la mia carriera, diventare un bravo barman e puntare a posizioni sempre più importanti ho dovuto continuare a formarmi per molto più tempo, e la verità è che se desideri di più, allora non smetterai mai di studiare per imparare sempre cose nuove.
Ciò che conta davvero nella vita è dedicarsi ad una professione che ti entusiasmi e ti permetta di essere pagato quanto meriti!
A proposito…
Quanto viene pagato un barman?
Oggi la quota oraria di base per un barman è quasi triplicata, ma cosa ancora più importante, se un bartender sviluppa certe competenze professionali (che io ai tempi non avevo assolutamente), può guadagnare molto, molto, molto più di quello che prendevo quando ero appena ventenne.
Se la tua intenzione è di trovare un lavoro divertente, ben pagato, gratificante e con ottime opportunità di carriera sia in Italia che all’estero, diventare barman può essere la scelta giusta per te, ma devi sapere che un vero professionista – in questo come in qualsiasi altro settore – dovrebbe sempre crescere e migliorarsi nel tempo per arrivare al top.
Cambiano le ricette, le tecniche di miscelazione, le mode e i gusti della gente, e ogni buon barman (o bartender che dir si voglia) dovrebbe essere continuamente aggiornato su quello che accade nel mondo della mixology, o addirittura ambire ad essere un pioniere creando le bevande di tendenza del futuro e sviluppando competenze che mancano agli altri. La crescita è la chiave del successo e l’unica maniera per eccellere, sempre.
Le esperienze professionali e soprattutto umane fatte a partire da quel primo lavoro a Londra hanno cambiato la mia vita, influenzando in maniera positiva le mie decisioni e il modo di approcciare al futuro.
Se oggi sono un imprenditore con varie aziende e decine di dipendenti che collaborano ai miei progetti, lo devo senza ombra di dubbio alla mia carriera da barman.
Diventare barman non sarà affatto una cosa semplice se sei una persona pigra che si accontenta di quello che ha, o se lasci che la paura di cambiare ti trattenga dal realizzare i tuoi sogni nel cassetto, ma se desideri un futuro migliore e controllare il tuo destino, allora credo tu abbia già capito qual è il prossimo passo che devi fare nella tua vita.
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Crescere e aiutare gli altri a crescere, sempre
Ilias Contreas
PS Ora che ti sei fatto un’idea su come diventare barman, non ti resta che scoprire quali sono i percorsi di formazione della MIXOLOGY Academy, la prima VERA accademia d’Italia certificata a livello internazionale per la progettazione e l’erogazione di corsi barman professionali.
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