Bar Manager: Cosa fa esattamente?

Bar Manager

Nella foto Mario Calderone, Bar Manager internazionale

Bar Manager: Cosa fa esattamente?

 

Se all’estero da anni quella del Bar Manager è una figura affermatissima, in Italia lo sta diventando sempre di più.

Ma cosa fa esattamente il Bar Manager?

Per cominciare, partiamo da questo presupposto. Ogni organizzazione per potersi definire tale ha bisogno di 2 cose:

  • dei ruoli con dei compiti precisi;
  • delle persone pronte a svolgerli rispettando una serie di regole.

Quando andavi a scuola c’erano il Preside, il Vice-Preside e tutta una serie di figure fino ai vari insegnanti suddivisi per materia.

Potrà sembrare banale, ma se il tuo professore di matematica a proprio piacimento si fosse messo ad insegnare Latino o Storia dell’Arte, forse non avresti imparato nemmeno le poche cose che ancora ricordi di quel periodo della tua vita.

Lo stesso meccanismo funziona nelle organizzazioni aziendali tra cui rientrano anche i bar e i locali.

Quando sono stato preso a lavorare come barman a Londra, la prima cosa che ha fatto la responsabile del personale che mi aveva assunto è stata darmi un manuale con TUTTE le regole che avrei dovuto studiare per far parte del team – e non essere cacciato all’istante!

Forse non ci crederai, ma ho dovuto leggere poco meno di 50 pagine – ENORMI e scritte a caratteri piccoli piccoli – di standard operativi per ogni ruolo dell’organigramma, oltre alle varie regole di igiene personale, modi di trattare con la clientela e i miei colleghi, ecc., ecc…

Sì, sono d’accordo con quello che stai pensando: una noia mortale!

Tom Cruise bartender

Tom Cruise nel film “Cocktail” mentre studia per un esame universitario dopo un turno al bancone

Eppure, nel momento in cui ho iniziato a vivere di persona certe situazioni e a vedere che quelle regole venivano davvero seguite dai miei compagni al lavoro, non ho potuto fare a meno di assecondarle anche io.

All’inizio volevo solo evitare di creare problemi facendo arrabbiare qualcuno, ma poi mi sono reso conto che grazie a quelle regole remavamo tutti nella stessa direzione e ci risparmiavamo tantissimi problemi che sarebbero stati inevitabili se ognuno avesse fatto come gli pareva.

Nel tempo, quando io stesso sono diventato Bar Manager del mio primo locale, ho dovuto stabilire delle regole che io e i miei soci/colleghi avremmo dovuto seguire per lo stesso motivo:

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Borsa di Studio per Giovani

Borsa di Studio

Borsa di Studio

Borsa di Studio per Giovani

Quella strana cosa chiamata opportunità

 

Quando andavo alle scuole superiori ero il tipico secchione della classe.

I miei compagni mi chiamavano “macchinetta” perché qualunque fosse la materia da studiare, imparavo tutto quello che c’era da sapere in maniera fotografica e la ripetevo a pappagallo durante le interrogazioni.

Non ti ricordavi una formula, la data di una guerra, il nome di un personaggio storico o il passaggio di una poesia?

Niente paura, bastava chiedere a me: avevo sempre la risposta pronta e non sbagliavo mai!

Arrivata l’estate, come ogni anno, trascorrevo le mie vacanze in una qualche scuola all’estero per studiare l’inglese.

Sarei potuto andare al mare a divertirmi ma… Sì, lo ammetto: ero proprio un secchione!

Ovviamente avevo la fortuna di essere finanziato dal babbo che sapeva quanto lo studio e le esperienze lontano da casa fossero formative sotto tanti punti di vista.

Avevo già frequentato le aule di vari istituti ad Oxford e York in Inghilterra, ma quell’estate sarei andato niente meno che negli Stati Uniti d’America..!

Dire che ero eccitatissimo al solo pensiero di partire non renderebbe l’idea.

Sin da quando ero un bambino sognavo di scalare gli immensi grattacieli di città come New York e adesso stavo per andarci davvero, per altro senza genitori al seguito, ma in totale autonomia nonostante all’epoca avessi solo 15 anni.

Mi era già capitato di prendere l’aereo da solo, ma attraversare l’oceano per 10 ore a quell’età era tanta roba: mi sentivo già adulto!

Una volta atterrato all’aeroporto ho trovato uno degli insegnanti con cui avrei condiviso l’estate ad attendermi. Continua a leggere


C’era una volta il Metodo Classico

metodo classico

Metodo Classico

Metodo Classico

C’era una volta il “Metodo Classico”

 

Tanto tanto tempo fa l’uomo ha imparato a “mischiare” gli alcolici con altri ingredienti dando vita ai primi rudimentali cocktail, finché un giorno qualcuno che era evidentemente più illuminato degli altri ha creato il “Metodo Classico”.

Lo scopo del Metodo Classico era quello di standardizzare la miscelazione tramite regole e soprattutto ricette che avessero un eco internazionale: l’idea era quella che le persone potessero bere lo stesso cocktail Manhattan/Alexander/Negroni e via dicendo a New York così come a Londra, a Parigi e ovviamente anche a Roma.

A seguito di una competizione di cocktail tenutasi nel Febbraio del 1951 in Inghilterra nasceva l’International Bartender Association (comunemente nota come IBA), per l’appunto un’associazione che riuniva enti provenienti da ogni angolo del mondo tra cui l’italianissima Aibes (Associazione Italiana Barman e Sostenitori).

Il ruolo di queste associazioni ai tempi è stato fondamentale, tant’è che ancora oggi molti dei cocktail che erano stati “ufficializzati” allora sono ancora tra i più apprezzati dietro e davanti ai banconi bar.

Da un punto di vista pratico il Metodo Classico in origine si basava sul concetto di parti e proporzioni: ogni ingrediente di un cocktail infatti corrispondeva ad una o più parti al fine di ottenere un certo equilibrio nel drink miscelato.

Per fare un esempio estremamente semplice, il cocktail Negroni prevede 3 parti esattamente identiche tra di loro e, nello specifico:

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Rimedi Post Sbornia: i Migliori 9

rimedi post sbornia

Rimedi Post Sbornia

Rimedi Post Sbornia: i Migliori 9

 

Di questi tempi sempre più persone hanno un grosso, enorme problema da risolvere. Ad alcuni l’inconvenienza capita solo in occasioni speciali come la notte di Capodanno,  ad altri invece (quasi) tutti i fine settimana. Sì, sto parlando proprio di quel senso di devastazione che ti affligge dallo stomaco al cervello dopo aver alzato troppo il gomito, il fatidico post sbornia!

Se ubriacarsi meriterebbe di essere etichettato come l’8° peccato capitale, il post sbornia è di certo la più severa delle punizioni per aver oltrepassato il limite. Ogni volta dici a te stesso che sarà l’ultima, eppure hai perso il conto delle nottate in cui ti sei ritrovato a dormire abbracciato al water.

E’ ora di smettere di mentire a te stesso e di cominciare a fare qualcosa per liberarti dal terrore del dopo sbornia!

Sappiamo entrambi che non diventerai mai astemio, quindi non ti dirò di smettere di bere come farebbero mamma e papà. Piuttosto ti svelerò i segreti per  far passare il post sbornia maturati dopo decenni di bevute di altissimo livello, o in alternativa come evitare di averne uno… Sono 9 semplici metodi, ma se imparerai a farne uso i miglioramenti per la tua vita saranno epocali!

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Sono meglio di Babbo Natale

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Sono meglio di Babbo Natale

Sono meglio di Babbo Natale

 

Ho Ho Ho! Buon Natale!

Questo è quello che ti direi se fossi grasso, anzianotto e vestito di un rosso che più fiammante non si può.

Ma io non sono Babbo Natale. Quest’anno sono almeno 3 volte meglio di Babbo Natale!

A quanti anni hai scoperto che il nonnino cavalca-renne non esisteva rovinandoti quella che fino a quel momento era stata la festa più bella dell’anno?

Bene, nei prossimi giorni io ti farò tornare a credere nello spirito del Natale, neanche avessi 5 anni e portassi ancora il pannolone.

Non mi credi?

Allora continua a leggere e poi ne riparliamo alla fine dell’articolo, ma presta bene attenzione perché le cose che ti sto per dire qui capitano “una volta ogni morto di Papa”, come si dice dalle mie parti. Continua a leggere


Diventare Barman a 30 o 40 anni: si può fare?

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Diventare Barman a 30 anni o 40 anni

Diventare Barman a 30 anni o a 40 anni

Si può fare?

 

Diciamoci la verità: in Italia negli ultimi anni le cose non sono andate benissimo.

Accendere il notiziario alla tv, leggere di sfuggita un giornale o scorrere la bacheca su Facebook, una volta sì e l’altra pure ci porta all’attenzione catastrofi degne delle più drammatiche tragedie greche: la crisi che non sembra volersene andare – come se fosse LEI a decidere quando smettere di creare problemi e non una conseguenza delle decisioni prese da quelli che comandano -, i giovani che non trovano lavoro, gli adulti che vengono licenziati in tronco, le tasse che aumentano, lo Stato che non ha i fondi per pagare le pensioni… Insomma, sembra tutto un gran casino!

Il più delle volte si passa avanti facendo finta che non stia succedendo nulla di grave, ma a lungo andare tutte questa negatività finisce con l’influenzarci, portandoci a credere che il futuro non sarà così roseo come lo avremmo voluto.

Altri, invece di attendere passivamente le conseguenze di ciò che potrebbe succedere, guardano in faccia alla realtà e cominciano ad organizzarsi per garantirsi un cammino più sereno, o quanto meno più gratificante.

Un esempio abbastanza drastico è quello di Pablo Giancristiano che, dopo tanti anni nel mondo della moda, alla luce della contrazione di mercato di quel settore in Italia ha deciso di cambiare vita e di diventare barman a 40 anni.

Così Pablo si è formato professionalmente alla MIXOLOGY Academy ed è partito all’avventura all’estero, riuscendo ad aprire un locale a Ibiza che oggi gli permette di vivere col sorriso insieme alla sua famiglia.

Diventare barman a 30 anni o diventare barman a 40 anni tuttavia non significa necessariamente fare le valigie per lasciare la propria casa.

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MIXOLOGY Academy: La Fabbrica dei Sogni Realizzati

MIXOLOGY Academy

MIXOLOGY Academy

MIXOLOGY Academy

La Fabbrica dei sogni realizzati

Quando frequentavo ancora il Liceo, ero un ragazzo come tanti che non aveva la più pallida idea di chi o cosa volesse diventare da grande.

Sognavo di fare lo scrittore e di vivere viaggiando, mentre lavoravo ai miei libri da un tavolino vista mare di volta in volta in un paradiso diverso – rigorosamente in calzoncini corti, sia chiaro – ma ero cosciente che scrivere poteva non essere un mezzo di sopravvivenza sufficiente, né per un viaggio continuo intorno al mondo, né per evitare la fame.

La mia e la tua generazione, in particolar modo in Italia, sono state abituate a credere che il successo è una questione di fortuna e che questa fortuna ricade solo su poche, pochissime teste.

Puoi essere bravo quanto vuoi, ma questo non significa che tu debba o possa riuscire in un obiettivo.

Anche io, così come milioni di altri giovani italiani dal nord al sud, mi sono arreso a questa triste consapevolezza.

Così, ho cercato di ragionare e capire cosa avrei potuto fare per “campare”, con l’idea di scrivere libri nel tempo libero e provare comunque a realizzare il mio sogno – pur non puntandoci tutto il mio futuro.

E poi cosa è successo?

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Seafood Festival 2017: il giorno dopo

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Seafood Festival 2017 / Competizione Barman

Seafood Festival 2017: il giorno dopo

 

Domenica 1 Ottobre ho avuto l’onore e il piacere di assistere all’ultimo saluto all’estate attraverso un evento di rara bellezza.

A Fregene presso la suggestiva location del Gilda on the Beach si è svolto il Seafood Festival 2017, una fiera dedicata al mondo del food con focus, neanche a dirlo, sul pesce.

Nell’ambito del Seafood Festival MIXOLOGY Academy è stata invitata ad organizzare un contest con un obiettivo molto semplice, per quanto apparentemente ardito: dimostrare che a piatti di pesce diversi è possibile abbinare dei cocktail miscelati con risultati di pari eccellenza, se non migliori, rispetto al classico calice di vino bianco a cui siamo tutti abituati.

Per rendere la sfida ancora più accattivante non ci siamo affidati a dei barman di fama nazionale con 10 o più anni di esperienza, ma a degli allievi della nostra Accademia all’inizio della loro carriera professionale.

Addirittura uno dei candidati, il 18enne Enrico Bunino da Pinerolo (provincia di Torino), al momento della competizione barman doveva ancora iniziare il proprio percorso di formazione alla MIXOLOGY Academy, dimostrando una passione e un talento per il mondo della miscelazione di sicura prospettiva.

Mentre in vari quartieri di Roma tempestava una pioggia tropicale, il festival era circondato da un’atmosfera surreale, quasi a voler trascinare ancora per qualche ora una delle estati più calde degli ultimi anni: mare piatto come una tavola, una brezza marina appena percettibile, qualche pittoresca nuvola e il sole a farla da padrone con un tramonto da incorniciare…

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Gilda on the Beach

Così, mentre qualche bagnante si godeva la spiaggia in costume o sonnecchiando sulla sdraio, i nostri allievi si preparavano per la sfida che gli era stata fatta: abbinare un cocktail a base di Jose Cuervo Especial Tequila Silver ad un piatto di pesce sorteggiato solo al momento della gara, tanto per complicargli ulteriormente la vita! 🙂

Nel dettaglio, ecco i piatti sorteggiati ai nostri prodi contendenti e i cocktail che hanno proposto in abbinamento al sottoscritto e al resto della giuria: Continua a leggere


I Robot sostituiranno anche i Barman?

Robot Barman

Robot Barman

I Robot sostituiranno anche i Barman?

 

Forse tu sei troppo giovane per certi ricordi, ma quando sono nato io non c’erano smartphone, né i primi preistorici cellulari o tantomeno i computer.

Internet non era ancora stato inventato e per mandare un messaggio a qualcuno dovevi prendere carta e penna, appiccicare un francobollo sulla lettera, inserirla nel buchino della cassetta della posta e infine incrociare le dita.

Spesso la televisione – che occupava mezzo salotto e pesava quanto tua cugina – non prendeva bene il segnale e di certo se un attore aveva qualche ruga, una cicatrice o un brufolo sul viso, dalla qualità dell’immagine era impossibile accorgersene.

Tutto era più lento, più intimo, forse più umano.

Sì, perché ogni cosa era più difficile da fare, per cui realizzarla dava una soddisfazione enorme visti tutti gli sforzi necessari.

Se una volta dovevi prepararti psicologicamente per andare a fare la spesa e incollarti svariati chili di buste, adesso la puoi ordinare su Amazon e te la portano direttamente a casa.

Ma non è finita qui, perché fra qualche tempo – poco, pochissimo tempo – non sarà più un fattorino a bussare alla tua porta, ma direttamente un drone programmato per portarti tutto quello che avrai ordinato dallo smartphone in soli 30 minuti.

Pazzesco? No, è il futuro che si trasforma in presente.

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10 Cose da Evitare con un Barman

barman arrabbiato

10 Cose da Evitare con un Barman

10 Cose da Evitare con un Barman

(Se non vuoi restare all’asciutto)

 

Ogni volta che esci la sera per bere un buon cocktail, inevitabilmente incappi nel barman di turno pronto a servirti le sue miscele magiche.

Il più delle volte vieni accolto da sorrisi e battute divertenti, ma ci sono dei giorni in cui la tua sola presenza sembra infastidire terribilmente il non più tanto amichevole barman di quartiere…

Il barman, così come qualsiasi altro professionista nel proprio settore, per quanto possa sembrare “figo” e al di sopra di ogni problema è pur sempre un essere umano, e ci sono alcune cose in grado di mandarlo su tutte le furie che faresti meglio ad evitare, a meno che tu quella sera non debba fare l’autista sobrio della comitiva e restare all’asciutto di alcolici.

Vediamo le 10 cose più importanti che NON devi assolutamente fare con un barman o una barlady, pena la più analcolica delle punizioni – se ti va bene…

 

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